lunedì 29 aprile 2013

Una breve storia ed analisi del Free Banking scozzese, 1716-1845 (Terza ed ultima parte)


Di Michael Crook (traduzione di Tommaso Cabrini)

Adam Smith

Adam Smith descrisse il sistema bancario scozzese come un esempio di free banking ne “La ricchezza delle nazioni”, affermando, “se i banchieri si dimostrano misurati nell’emettere qualsiasi banconota circolante, o le banconote pagabili al portatore, in quantità inferiore ad una certa somma; e se essi sono soggetti all’obbligo di un immediato ed incondizionato pagamento di tali banconote non appena presentate, i loro scambi potrebbero, nella piena sicurezza del pubblico, essere infusi di libertà in ogni altro aspetto” (Smith p.268). In aggiunta all’efficienza di usare una moneta cartacea oltre ad una moneta metallica, Smith intravide ulteriori numerosi benefici del free banking, tutti apparsi nel sistema scozzese. Sebbene tali asserzioni siano corrette, Smith erroneamente suggerisce che le restrizioni fossero necessarie senza presentare alcuna prova a supporto dell’affermazione. 

Primo, egli sostiene che la concorrenza tra produttori di valuta li obbliga ad essere “cauti nella loro condotta” (Ibid.), il che significherebbe non eccedere nelle emissioni e proteggersi contro le corse agli sportelli. Questo è evidente nelle azioni delle banche emittenti scozzesi. A causa del funzionamento dell’Exchange System le banche dovevano affrontare brevi tempistiche di rimborso delle banconote; tendevano inoltre a tener d’occhio la solvibilità e la liquidità delle banche con cui facevano affari allo scopo di proteggersi. Se una banca risultava sovraesposta le altre potevano minacciare di rifiutare le sue banconote finchè le riserve non fossero state adeguate.

sabato 27 aprile 2013

25 Aprile, la festa dei Veneti tra gonfaloni e uomini in divisa


 di Paolo Amighetti

Avant'ieri pomeriggio, un nutrito gruppo di veneti si è dato appuntamento all'ombra del campanile di piazza San Marco. Gonfalone in spalla, foulard marciano al collo, i patrioti hanno ricordato il loro Santo patrono, lasciando che dei fantasmi dell'antifascismo si occupassero i media nazionali. Il 25 aprile, in Veneto, rimane la festa di San Marco.

Non è stata la carnevalata dei "nostalgici della Serenissima" dipinta dalle agenzie di stampa, benché del Carnevale Venezia sia la patria. Quella di ieri è stata una manifestazione pacifica e civile: i partecipanti non sono riusciti a invadere l'immensa piazza, è vero, ma ad unirli, oltre agli stendardi marciani, era il sollievo di riconoscersi finalmente come una comunità legata da valori un po' più solidi del mito di Garibaldi e un po' più sinceri dell'amore per il tricolore. Questo slancio vale molto più del delirio di qualsiasi folla oceanica, e, sia detto per inciso, se l'Ansa parla di cinquecento "nostalgici" è lecito immaginare ce ne fossero un paio di più.

venerdì 26 aprile 2013

Una breve storia ed analisi del Free Banking scozzese, 1716-1845 (Seconda Parte)


 Di Michael Crook (traduzione di Tommaso Cabrini)

La Banking Company of Aberdeen entrò nel mercato nel 1747 e rapidamente emise troppe banconote a fronte delle reserve detenute. Diventò rapidamente illiquida in seguito al riscatto di banconote da Edimburgo e fece crack nel 1753. Forse il più importante aspetto di tale avvenimento fu la regola secondo la quale con sommaria diligenza non si detengono banconote, ad eccezione di quelle emesse dalla Bank of Scotland. La causa intentata da un detentore di banconote della Banking Company of Aberdeen fu archiviata. Non fu che 10 anni dopo, nel 1765, che questa regola si invertì. 

mercoledì 24 aprile 2013

Una breve storia ed analisi del Free Banking scozzese, 1716-1845 (Prima Parte)


Di Michael Crook (traduzione di Tommaso Cabrini)


Introduzione

…dobbiamo semplicemente guardare alla Scozia per vedere qual è stato l’effetto di un lungo corso di perfetta libertà e concorrenza nel ruolo e credito dell’establishment bancario di quel paese - James Wilson, Capital, Currency and Banking, p.30

Tra il 1716 ed il 1845 la Scozia stabilì un sistema bancario assolutamente differente da qualsiasi altro mai visto prima. Le banche erano praticamente prive di regolamentazione, confinate solamente dal rule of law del tempo. Ogni banca, ed il sistema nella sua interezza, creò soluzioni ai rischi da attività bancaria che tentiamo ancora oggi di risolvere attraverso la regolamentazione. Le banche furono anche attivamente coinvolte in pratiche integranti la stabilità e l’efficienza del mercato. Inoltre, le banche erano profittevoli, non dimostrarono in alcun modo di prendere rischi eccessivi e le perdite per il pubblico durante i fallimenti furono fortemente ridotte.

Durante il suo periodo di free banking l’economia scozzese crebbe molto più velocemente di quella inglese, che aveva un sistema bancario più regolato e prono ai fallimenti. Nonostante l’Inghilterra fosse nel mezzo della sua prima rivoluzione industriale durante questo periodo, il reddito pro capite scozzese passò dalla metà di quello inglese nel 1750 ad essere pressappoco identico nel 1845. Supportata da un sistema bancario contrassegnato da innovazione, affidabilità e stabilità, la Scozia si trasformò da una povera economia famigliare bastata sull’agricoltura in una avanzata economia industriale specializzata in produzione di ferro, cantieristica navale ed ingegneria.(Cameron, 1967)

Questo paper tenta di proporre una storia concisa del free banking scozzese, seguito da un’analisi della sua struttura, delle innovazioni e delle possibili implicazioni per l’attività bancaria moderna.

venerdì 19 aprile 2013

Nota Politica del 19/04/2013 "La democrazia immobile"

 Il controsenso italiano

di Luigi Angotzi



Sono passati più di cinquanta giorni da quando gli elettori italiani sono stati chiamati alle urne per le elezioni politiche nazionali.
Non si è ancora arrivati al record storico del Governo Amato I , ben 82 giorni, ma poco ci manca, infatti il teatrino della politica la tirerà ancora per le lunghe visto il momento di particolare impasse istituzionale.
Inoltre ad allungare ulteriormente i tempi ci si metterà di mezzo anche l'elezione del Presidente della Repubblica, e questo significa che nemmeno per fine Aprile si avrà un nuovo esecutivo.

Appare quindi strano come sia possibile che gli elettori, ancora una volta, diano fiducia alla politica affinché questa risolva i problemi che essa stessa ha prodotto, un vero controsenso.

L’attuale classe politica si sente impunita e senza vergogna pensa esclusivamente a fare i propri interessi cercando il solo scopo di perdurare nel tempo.
Quotidianamente gli elettori assistono attoniti a questo spettacolo indecoroso, che vede nella politica e più in generale nel sistema Stato i principali protagonisti di questa tragedia nazionale a cui hanno dato il nome di crisi economica in modo da far ricadere le colpe su altri soggetti.

martedì 9 aprile 2013

Reddito di cittadinanza: il peggiore dei mali?


di Tommaso Cabrini



Penso sia corretto nei confronti dei lettori fare una piccola premessa a questo articolo, l'intento è provocatorio, finalizzato a dare un'ottica differente dell'argomento.



Ultimamente, in seguito alla proposta portata avanti dal Movimento 5 Stelle di istituzione di un reddito di cittadinanza si sono levate numerose voci contrarie. Pagare qualcuno per non fare nulla, a mio parere, oltre che dannoso è anche immorale; ma risulterebbe maggiormente dannoso rispetto al sistema di welfare ad oggi costruito? Mi spiego meglio, è preferibile dare una rete di servizi sussidiati dallo Stato, come accade oggi, o è più opportuno che lo Stato si limiti a supportare con un reddito gli indigenti eliminando qualunque altra forma di welfare?