mercoledì 27 marzo 2013

L'ascesa del fenomeno Bitcoin

di Luigi Angotzi


In queste settimane uno dei temi più “caldi” delle rete ha ad oggetto il Bitcoin, ho voluto porre delle domande ad HostFat un esperto conoscitore della materia e moderatore della sezione italiana del Forum BTC, per capire meglio questo fenomeno. Oggi (27/03/2013) il valore di 1 Bitcoin si aggira intorno ai 65 Euro.

 Il Bitcoin è già molto conosciuto, ma per spiegare anche a quei pochi che non sanno cosa sia puoi dirci di cosa si tratta?

Bitcoin è un esperimento.
E’ un protocollo per permettere il trasferimento di valori fra diverse entità senza bisogno di intermediari, privo quindi di server, persone, società, entità centrali.
Il sistema è sviluppato per far si che non ci siano casi di double spend, che nella vita comune sarebbe come l’uso di banconote false.
Non c’è quindi modo di creare copie di Bitcoin dal nulla.
Ogni Bitcoin è vero e unico (per quanto si parli sempre di valori digitali) è un esperimento e non è mai esistito nulla di simile prima d’ora, Bitcoin rappresenta un pò per la finanza ciò che Napster o l’MP3 sono stati per l’entertainment.

venerdì 22 marzo 2013

Questione di priorità

di Tommaso Cabrini


Qualche tempo fa il Comune di Cremona è salito alla ribalta nazionale perchè ha portato allo stacco delle utenze (acqua, gas ed eletticità) di più di cento famiglie in difficoltà economiche, non essendo in grado di effettuare un esborso di circa centomila euro a loro sostegno.


Naturalmente non è nostra intenzione supportare un welfare spinto, tuttavia andando a vedere qualche risvolto successivo si comincia ad intuire perchè il Comune sia così in difficoltà, anche per un provvedimento molto sentito come il sostegno alle famiglie in difficoltà.

Lo stesso Comune ha, infatti, recentemente provveduto ad assumere 32 «precari» (tra i quali anche qualche dirigente, sia ben inteso). Tuttavia la Corte dei Conti non risulta dello stesso parere, ha infatti aperto un procedimento di infrazione (una volta tanto si sta attenti a come viene speso il denaro dei contribuenti). La magistratura contabile ha infatti definito l'azione comunale «un atto del tutto illegittimo e foriero di grandi esborsi per l'Ente» nonchè una «condotta caratterizzata da dolo». Il danno ad oggi è stato quantificato dalla medesima Corte dei Conti in circa 1.200.000 euro, ai quali si aggiungono altri potenziali 5 milioni di euro di danni da corrispondere ai lavoratori nel caso perdessero il posto.

La preoccupazione cittadina è tutta rivolta alla salvaguardia dei 32 dipendenti a rischio, perchè naturalmente non c'è nessuna correlazione con i continui innalzamenti di imposte, l'impossibiltà di agire a sostegno dei casi più gravi, gli sforamenti di patto di stabilità e, diciamola tutta, l'essere un Comune ad un passo dal dissesto; situazione della quale non si parla, nè sui quotidiani locali nè nei bar, ma tremendamente prossima: questione di priorità politiche.

giovedì 21 marzo 2013

La Sardegna verso la Zona Franca

di Luigi Angotzi

In queste ultime settimane si è riacceso in Sardegna il dibattito sull'attuazione della Zona Franca Extra Doganale, la discussione verte sulla concessione alla Regione Sardegna di un regime fiscale particolarmente ridotto, nello specifico lo sgravio da accise, sovvenzioni e tasse varie, rendendo di fatto il territorio isolano tax free.

Per giungere a questo risultato però occorre che l'imponente macchina politico-burocratica si metta in moto e ne decreti la definitiva attuazione entro il termine perentorio del 24 giugno 2013.
Tuttavia è possibile anche superare il termine prefissato ma così facendo si andrebbe incontro ad una serie di nuovi ostacoli che ne allungherebbero ulteriormente l'iter legislativo.

domenica 17 marzo 2013

San Francesco? Ha inventato il capitalismo!

di Damiano Mondini

L’elezione al soglio pontificio dell’argentino Jorge Mario Bergoglio, divenuto Vicario di Cristo col nome di Francesco, ripropone la discussione sulla figura di San Francesco d’Assisi (1182-1226) e sull’Ordine francescano da questi fondato nel 1209. Ed ecco che – puntuali ed immancabili – vengono ripetute le solite banalità sul presunto pensiero del Santo di Assisi come connotato da velleità pauperiste: egli viene così contrapposto agli eccessi “plutocratici” della Chiesa moderna e contemporanea. “Il richiamo a Francesco – sostengono parimenti esponenti del cattolicesimo progressista e dell’intellighenzia laicista – è un monito a questa Chiesa corrotta, affinché abbandoni il fascino demoniaco del denaro, si spogli delle proprie nefaste influenze temporali e torni ad una religione privata e vicina ai poveri, agli umili, ai deboli, ai dimenticati”. Non ci è dato di sapere quale impronta darà il nuovo Pontefice alla Chiesa di Roma; possiamo nondimeno evidenziare con chiarezza la falsità di questi leit-motiv reiterati con ardore dalla stampa liberal e dai commentatori cattocomunisti. Perché San Francesco, lungi dall’essere il seguace di un pauperismo dalle tendenze vagamente anticlericali e di un socialismo ante litteram, ha in realtà inventato il capitalismo.

venerdì 15 marzo 2013

Alle Falkland si vota. E in Lombardia?

di Paolo Amighetti

 

I cittadini delle isole Falkland si sono recati alle urne per decidere se restare legati a Londra o passare sotto la tutela di Buenos Aires. La scheda referendaria presentava la domanda:
«Desidera che le isole mantengano il loro status politico attuale, come territorio oltremare britannico?». L'esito della consultazione è stato reso noto martedì: il 99,8% dei votanti (l'affluenza è stata del 92% degli aventi diritto) ha ribadito il suo consenso alla sovranità della Corona britannica sulle isole. I cittadini, insomma, si sono rivelati una volta di più allergici alle unilaterali rivendicazioni argentine. Al di là del risultato, ad ogni modo, sono significativi due aspetti della faccenda: in primo luogo, questo referendum è stato indetto con l'intenzione di mettere la parola «fine» ad un contenzioso internazionale per risolvere il quale, negli anni Ottanta, si scelse di ricorrere alle armi. Ciò testimonia come la consultazione referendaria sia lo strumento migliore per sciogliere nodi difficoltosi, che turbano la vita politica anche per molti anni; che si sia passati dalle bombe sulle case alle croci sulle schede, inoltre, dimostra come in Occidente il ricorso alla violenza, almeno per impedire l'altrui autodeterminazione, sia sempre meno frequente.

giovedì 14 marzo 2013

Jefferson Davis e Pio IX

di Damiano Mondini

Pubblichiamo volentieri il carteggio, datato 1863, intercorso fra il Presidente degli Stati Confederati Jefferson Davis e Pio IX, l’ultimo Papa re. Durante la guerra civile americana, la simpatia dello Stato pontificio per la causa del Sud fu solo ufficialmente velata, mentre sul piano privato si giunse a sfiorare un sostanziale riconoscimento della Confederazione. Nell'epistola qui riportata, il Pontefice si rivolge al suo interlocutore reiterando l'appellativo "Presidente", considerandolo dunque a pieno titolo nella veste di Capo di uno Stato indipendente da Washington e sovrano. Pio IX, come riconobbe il Generale sudista Robert E. Lee, fu l’unico sovrano europeo ad appoggiare – idealmente ma con convinzione – la causa confederata, a fronte dell’atteggiamento ondivago di Francia e Gran Bretagna e dei dichiarati sentimenti unionisti della Russia zarista e dell’Internazionale socialista presieduta da Marx - un'insolita accoppiata, quest'ultima, che dovrebbe muovere a qualche riflessione.

martedì 12 marzo 2013

Cattolici per il capitalismo (parte seconda)

di Damiano Mondini

Un capitalismo cattolico: prospettive di studio
I primi a rilevare incongruenze nella ricostruzione weberiana furono gli storici; essi si limitarono a constatare un dato, di per se ovvio ma fondamentale, noto allo stesso Weber ma da questi stranamente reputato secondario: ovverossia che forme di capitalismo mercantile si erano sviluppate nelle città libere italiane già nel Tardo Medioevo, ed erano attecchite anche in altre aree tipicamente cattoliche come il Belgio e la Bassa Renania. E tutto ciò ben prima  che Lutero affiggesse le sue 95 Tesi sulla Cattedrale di Wittemberg. Come ha scritto Luciano Pellicani, riprendendo uno spunto del grande sociologo francese Raymond Boudon:
sia il capitalismo che lo spirito capitalistico precedono, e di secoli, la Riforma. Basterebbe ciò per invalidare la complessa costruzione weberiana, dal momento che un fenomeno non può essere assunto come una delle cause di un altro fenomeno se questo è successivo.

Weber non solo aveva rischiato di cadere nella banalità per cui post hoc ergo propter hoc – prima era venuta la Riforma poi il capitalismo industriale, dunque la prima aveva causato il secondo. Aveva finanche falsato i termini del sillogismo: un evento successivo non può dirsi causa di un fenomeno ad esso precedente. E non si pensi che il capitalismo pre-Riforma fosse una realtà minoritaria e di scarsa importanza, come sembra volerlo considerare il sociologo tedesco: basti pensare alla straordinaria importanza dei Fugger ad Augusta e di Jacques Coeur in Francia. Furono figure imprenditoriali notevoli, che con i loro investimenti di capitali contribuirono a mettere in crisi i monopoli feudali legati alle regolamentazione delle arti e dei mestieri. Nel pieno solco della tradizione cattolica essi superarono il pregiudizio medievale legato alla nota sentenza di Girolamo, il quale con tali parole si era riferito alla figura del mercante: homo mercator vix aut numquam potest Deo placere.

domenica 10 marzo 2013

Cattolici per il capitalismo (parte prima)

di Damiano Mondini

E’ un luogo comune diffuso quello secondo il quale il pensiero cristiano – e segnatamente quello cattolico – dovrebbe porsi inevitabilmente in contrasto con l’economia di mercato, e per il quale d’altro canto il messaggio evangelico presenterebbe numerosi punti di contatto con le sollecitazioni socialiste. I riferimenti in questi senso sono molteplici, essendosi ormai accumulati due secoli di interpretazioni gauchistes del Vangelo: da Le nouveau christianisme del conte di Saint-Simon (1825), alle esperienze dei “Cristiani per il socialismo” e della “Teologia della Liberazione” nel Sud America degli anni Settanta, alle figure del cattolicesimo democratico italiano – basti menzionare Giuseppe Dossetti e Amintore Fanfani. Fautori e detrattori del capitalismo di mercato sembrano ormai concordare su di un punto, ovverossia che “il Vangelo è socialista” : il buon cristiano dovrebbe dunque guardare con sospetto ai “gran sabba degli istinti capitalistici” e propendere per una loro ferrea regolamentazione in chiave redistributiva e solidaristica; d’altra parte, i sostenitori del libero mercato e della libera iniziativa privata dovrebbero fuggire le superstizioni religiose del cristianesimo, considerandole l’ennesima riproposizione del ben noto e odiato spirito anticapitalistico. Ciò premesso, ci riproponiamo in questa sede di avanzare delle critiche a questi leit motiv – osservazioni che naturalmente non pretendono di essere definitive, né tanto meno di esaurire un dibattito accesso e tutt’altro che concluso a livello accademico. Saranno sufficienti alcune evidenze fattuali, cui accenniamo ora e che andremo poi a sviluppare, a far sospettare che dietro la semplice impostazione suddetta vi siano quanto meno delle linee di faglia.

sabato 9 marzo 2013

The Liberty Bell: recessione o secessione

di Paolo Amighetti
 
L'inverno volge al termine, la natura comincia a sciogliersi dalla morsa del freddo, gli alberi presto torneranno a fiorire. Ma sul versante politico imperversa ancora la bufera. Il febbraio decisivo delle elezioni ha tradito ogni aspettativa: tanto per cominciare le consultazioni non hanno decretato un risultato definito e definitivo, limitandosi a frazionare il voto in tre blocchi, di cui quello più sorridente è oggi il Movimento 5 Stelle. Non tanto per una questione di numeri, quanto perché ha rosicchiato voti di qua e di là, ed è l'unica forza politica in grado di dettare legge a tutte le altre. Dietro al duo Grillo-Casaleggio rumoreggia una folla di fedeli decisi a rivoluzionare la politica italiana. Seguono come pecore i loro pastori: e se Beppe dichiara che non tollererà opposizioni in Parlamento, e che spera che i cittadini diventino lo Stato, è lecito preoccuparsi. Il successo dei cinquestelle è fragoroso quanto il flop di FARE. Il movimento è stato azzoppato prima dalle imperdonabili gaffes del suo eccentrico leader, e poi dall'indifferenza dell'elettorato, certamente influenzato dalle lauree (inesistenti) e dal master (immaginario) esibiti da Oscar Giannino. Costretto dalla forza delle cose alle dimissioni, il giornalista torinese ha abbandonato la sua nave in gran tempesta, cosicché ora FARE sembra sull'orlo dello squagliamento.

giovedì 7 marzo 2013

Grillo: «Maggioranza assoluta in Parlamento!»

di Paolo Amighetti

Che fenomeno, Beppe Grillo. Una ne fa, cento ne pensa e un'altra ne dice. Per poi contraddirsi. I media, secondo il guru genovese, non fanno che
«sputtanare il suo movimento»: sono infatti in pugno ai partiti, che soffrono delle picconate che il grillismo ha dato loro e tremano all'idea di buscarne di nuove. Il leader a cinque stelle è abituato a parlar chiaro, come si sa. Ma quest'oggi ha rilasciato dichiarazioni forti al Time*: tanto forti che stavolta non sembra ci sia esagerazione giornalistica che tenga. «L'Italia è divisa in due. Quelli che hanno votato per i partiti di sempre, che non vogliono cambiare le cose. Gente che gode di ricche pensioni. [...] Abbiamo 4 milioni di impiegati statali e 18 milioni di pensionati: non tutti loro, ma una larghissima parte non vuole il cambiamento perché questo comprometterebbe la loro sopravvivenza. Lo Stato gliela garantisce.» Come se i cinquestelle fossero in maggioranza imprenditori e produttori, quando al contrario il nerbo dell'elettorato grillino è costituito da una gioventù ideologizzata che sogna (come tutte le gioventù dal Sessantotto in poi) una rivoluzione all'insegna della decrescita e dello sviluppo sostenibile. Come se il grillismo cercasse di azzoppare l'apparato parassitario, quando è da tempo che i suoi parlamentari ventilano la proposta di dare mille euro al mese a tutti i giovani disoccupati.