martedì 25 dicembre 2012

Un Natale libertario

di Damiano Mondini


Ricordo ancora con tenerezza la lettera che il fanciullo che è in me aveva inviato a Babbo Natale lo scorso anno. Col senno di poi, mancava sia di realismo che di slancio poetico, ma il bello del Natale è a mio avviso quello di trascendere le quotidiane catene che avvolgono la nostra mente; esso ci permette di far volare in pensiero oltre le barriere della realtà quotidiana, ma d’altro canto ci consente pure di sognare cose che altri giudicherebbero banali, dando sfogo ai nostri più profondi desideri, se lo vogliamo. Insomma, il Santo Natale ci rende possibile, almeno nell’onirico vaniloquio, lasciare da parte le regole della pragmatica e della metrica, per far dominare null’altro che le nostre più intime aspirazioni.

Vi ripropongo dunque il testo della lettera, che spero non giudicherete con severità eccessivamente occhiuta:
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Caro Babbo Natale,
molte persone quest'anno si rivolgeranno a te per avere ciò di cui la vita e lo Stato le hanno private. Alcuni ti pregheranno di abolire l'IMU sulla prima casa, altri di mitigare l'imposta di bollo sugli estratti conto, altri di ridurre lo spread Btp/Bund, altri infine di garantire loro in qualche modo il minimo indispensabile per mettere assieme il pranzo con la cena. Rispetto a costoro, io sono decisamente meno concreto. Non ti chiederò infatti beni materiali o interventi per il mio personale benessere. Quello che ti chiedo è tanto semplice da esporre quanto difficile da porre in essere: vorrei che la tasse venissero abolite e le persone potessero godere in libertà i frutti del proprio lavoro e del proprio merito; che non fossero continuamente violati i fondamentali diritti umani alla VITA, alla LIBERTA', alla PROPRIETA', e dunque alla conseguente RICERCA DELLA FELICITA';  che la burocrazia e la classe politica sparissero con uno schiocco delle dita assieme ai disagi, agli sprechi e ai privilegi da cui sono solitamente accompagnate; che i ladri, i lavativi e i profittatori smettessero di campare sulle spalle della gente onesta, grazie ad una ritrovata etica della responsabilità; che lo Stato, le Banche Centrali, l'Unione Europea e qualsivoglia altra odiosa entità coercitiva venissero eliminate, dando la possibilità alle persone di vivere in completa libertà: e che questa libertà possa garantire la pacifica convivenza di tutti gli individui, la spontanea cooperazione ed una sana competizione volta al miglioramento, al progresso e al benessere dell'umanità. Non pretendo che in tal modo si realizzi un mondo perfetto, anzi mi auguro che le imperfezioni continuino ad esistere, per stimolare le persone a cercare continuamente di migliorarsi e di migliorare la società civile, fatta di rapporti volontari di scambio e mutuo soccorso. Una volta Karl Popper ha detto che i tentativi di creare un paradiso in Terra producono immancabilmente un inferno. Ecco, un'altra cosa che vorrei – e giuro che è l'ultima! - è che certi presunti  intellettuali e illustri studiosi smettessero di ritenersi superiori detentori di un sapere eccelso, in grado magari di programmare una società perfetta e strutturata con precisione scientifica: insomma, vorrei che si smettesse di parlare di positivismo, di socialismo, di fascismo, di comunismo, di Welfare State, di Stato sociale e assistenziale, di interventi e regolamentazioni statali e di centralizzazione mondiale del governo. Vorrei che tutti fossimo liberi di determinare il nostro stile di vita in piena libertà. Magari - e in tutta onestà me lo auguro - opteremo per scelte molto diverse: qualcuno sceglierà di vivere in comunità cattoliche, qualcuno in comunità senza proprietà privata, qualcun altro in comunità private in cui ai membri venga lasciata massima libertà personale ed economica. Tutto sarà lecito, nel rispetto dei diritti altrui e delle regole che volontariamente si sceglie di adottare. So che pretendo troppo, ma come avrai capito non sono fatto per scendere a compromessi con le limitazioni e le violazioni delle libertà umane. Sperando di essere stato abbastanza esaustivo, ti ringrazio in anticipo, anche se i tuoi sforzi forse non saranno sufficienti a realizzare tutto quanto. Buon Natale anche a te!
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Sono più che certo che da domani, terminati i pranzi, i cenoni e smaltiti i postumi dello spumante – o dello champagne, se siete particolarmente fortunati -, torneranno ad assillarci le cogenti necessità del momento. In attesa dell’inevitabile trionfo dell’hic et nunc, permettetemi almeno per oggi di farvi dei calorosissimi auguri di un buon Santo Natale a nome mio e della redazione!

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