venerdì 16 novembre 2012

Razzi su Tel Aviv

di Paolo Amighetti
Sibilano missili nel cielo di Tel Aviv. Partono da Gaza, e a lanciarli è Hamas. Le agenzie di stampa di tutto il mondo seguono il susseguirsi degli eventi: la «tregua» indetta in occasione della visita del premier egiziano in Israele è dunque sfumata. Come al solito, è difficile ricostruire gli eventi e individuare chi attacca e chi si difende: il caso di oggi è solo un pezzo del complicatissimo puzzle arabo-israeliano, nel quale è difficile raccapezzarsi. Pare, comunque, che Israele abbia risposto agli attacchi a Beer Sheva e Ashqelon con dei raid su Gaza; e che Hamas abbia deciso di ripagare Tel Aviv della stessa moneta. Se il 14 si parlava di «venti di guerra» oggi si sa che Israele ha mobilitato 16000 riservisti, tra fanti e unità del genio.

Mentre Tel Aviv riapre i rifugi pubblici per proteggere la popolazione, il primo ministro egiziano Hisham Kandil comunica il suo sdegno per «l'aggressione» israeliana a Gaza. Si augura anzi che la Striscia sia pacificata, e che si ponga un freno «all'eclatante crimine contro l'umanità». Di contro, l'Unione Europea è dalla parte di Israele e condanna gli attacchi di Hamas. Angela Merkel è ancora più esplicita, e chiede all'Egitto di premere perché i palestinesi diano un taglio alla violenza. La tensione sale: sembra che l'esercito israeliano stia per dare il via ad un'operazione terrestre su Gaza. Quel che succede in Medio Oriente, soprattutto dopo la cosiddetta «primavera araba», ha ripercussioni in tutto il mondo; e entrambe le parti in conflitto hanno amici che contano. Ciò che danneggia Israele mette in allarme tutto l'Occidente, America in primis: non è un caso che i terroristi e le organizzazioni palestinesi abbiano accolto quantomai freddamente la rielezione di Obama, dichiarando che i loro rapporti con gli Stati Uniti rimangono difficili chiunque sia il presidente. D'altro canto, i Paesi della Lega Araba scossi dalle recenti «rivoluzioni» sono sempre più vicini ad Hamas: i palestinesi possono contare sulla solidarietà di Morsi, presidente egiziano membro dei Fratelli Musulmani, e di Ahmadinejad, Führer dell'Iran.


1 commento:

  1. Gli unici veri fuhrer sono Obama e Nethanayu,e Israele è sempre più uno stato parassitario,imperialista e militarista.Lo stato sionista,basato economicamente e politicamente sul socialismo nazionalista(o capitalismo di stato)vuole occupare definitivamente la Palestina e se possibile sterminare gli abitanti con il consenso,l'assenso e sopratutto i finanzaimenti degli USA.Obama,va benissimo in quanto si è dimostrato il più fedele sionista e allo stesso tempo islamista presidente USA degli ultimi anni:infatti Al Quaeda,e i vari islamisti impeganti dalla NATO in Libia e Siria,servono assai ad Israele per criminalizzare tutta la popolazione palestinese e procedere al massacro politico,sociale,economico e forse fisico.Le lobby sioniste hanno fatto di tutto per non far vincire Ron Paul,che avrebbe tolto tutti i finanziamenti incostituzionali al terrorismo sionista.Tra i due pupazzi guerrafondai,Romney e Obama,entrambi ultrà sionisti,è stato scelto più Obama,perchè più "presentabile" e sopratutto adatto nel sostenere l'islamismo fondamentalista nella sua lotta contro il mondo arabo,a favore,indirettamente,di Israele e dell'imperialismo USA.Una pace è possibile,se finalmente l'arroganza e la violenza neonazista del criminale governo sionista finiscono e finiscano tutte le coperture al suo imperialismo,e d'altra parte verrebe meno l'islamismo e la stessa pitenza di Hamas,che ricordiamo,fu fondata dal Mossad in funzione antiOlp.

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