martedì 4 settembre 2012

Il paradosso dei carburanti

di Tommaso Cabrini


Ieri sono finiti gli sconti carburante proposti dall’ENI, prontamente imitati da diversi concorrenti. Il risultato è stato immediato: i media si sono lanciati a parlare del caro carburanti.
Partiamo sfatando un falso mito, la colpa del prezzo dei carburanti non è di petrolieri avidi, che hanno proposto per tutta estate i loro prodotti sottocosto, o dei benzinai (anche se un po’ di concorrenza in più non fa mai male). Non possiamo neanche dare la colpa ai perfidi produttori, non ci sono squilibri gravi tra domanda e offerta che stritolino i prezzi.
Basta entrare un pochino nel problema e subito si individuano i colpevoli: lo Stato e ancora lo Stato, colpevole al quadrato!
Partiamo dalla materia prima, il barile di petrolio (in questo momento sopra i 114$/barile) è stato un crescendo continuo nell’ultimo decennio, con qualche parziale diminuzione nei momenti peggiori della crisi velocemente recuperati. E’ forse finito il petrolio? Assolutamente no, stiamo solamente vedendo gli effetti della politica inflazionista perseguita da FED e BCE, a fronte di una spropositata immissione di denaro in circolazione tutti i mercati sono saliti: azioni, bond (cioè calano i rendimenti) e materie prime.
Ma lo Stato non si accontenta di giocare col nostro denaro, distruggendone il valore giorno dopo giorno, impone anche una tassazione senza paragone sui carburanti: tra accise ed iva i 2€ del litro di verde se ne vanno 1,20 allo Stato e 0,80 al produttore.
Quindi lo Stato è, non una, ma ben due volte colpevole del salasso che ci colpisce dal distributore.
Naturalmente tutto questo non è sufficiente, dopo aver messo in ginocchio tutti i consumatori di carburanti lo Stato pretende di essere la soluzione del problema!
Ecco quindi che dal 2001 lo Stato rimborsa agli autotrasportatori quanto speso in maggiori accise sul gasolio applicate fino ad oggi.
Da anni lo Stato si scaglia contro i cattivi produttori di petrolio, i cattivi speculatori, i cattivi raffinatori e i cattivi benzinai, senza neanche spiegare perché siano così cattivi e ovviamente senza prendere alcun provvedimento. Quest’estate si è arrivati alla compagnia di Stato che fa sconti fuori mercato.
Ma non è finita, persino gli enti locali ce la mettono tutta: l’ultima novità sono le “pompe bianche comunali”, cioè pompe di benzina municipalizzate dove il Comune compra il carburante e lo vende al dettaglio con il ricarico che basta a coprire i costi di gestione. Puro socialismo in pompa magna!
Ecco quindi che il solito problema dei carburanti è lo Stato, che inoltre viene acclamato come la soluzione: un vero e proprio paradosso logico.


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